Come riciclare le gomme dell’auto?
Riciclare le gomme auto è fondamentale per la salvaguardia dell’ambiente: tale operazione è regolamentata da una normativa specifica, da rispettare affinché tutto il procedimento sia funzionale e utile allo scopo, ovvero evitare l’abbandono in discariche abusive dei pneumatici e agevolarne lo smaltimento. Non solo, attraverso il riciclo è possibile ricavare materiale da destinare a nuovi utilizzi, per cui oltre alla tutela dell’aspetto ecologico si può ottenere anche un risparmio nell’impiego di materie prime, che comporta un ridotto dispendio dal punto di vista economico e un impatto minore a livello ambientale. Ma come funziona il riciclo delle gomme auto e cosa deve fare ogni automobilista? Cominciamo col dire che le gomme che hanno esaurito il loro ciclo vitale sono denominate PFU, acronimo di pneumatici fuori uso.
Riciclo gomme: cosa prevede la normativa
Il processo di riciclo delle gomme auto comincia nel momento in cui un automobilista compra pneumatici nuovi: per legge, infatti, nel prezzo di acquisto delle gomme dev’essere incluso anche il contributo PFU, che servirà appunto alla futura gestione e smaltimento delle coperture una volta esaurito il loro ciclo di vita. Su gomme-auto.it tale contributo è fissato come da normativa a 2,50 euro a gomma, quindi 10,00 euro per un set intero. È stato imposto non solo per finanziare lo smaltimento, che verrà preso in carico da consorzi deputati a questo compito, ma anche per sensibilizzare le persone verso il rispetto dell’ambiente e il corretto recupero delle gomme auto, nonché per disincentivare il commercio illegale di gomme. Quindi, se al momento dell’acquisto non viene incluso il pagamento del contributo PFU, i pneumatici che si stanno comprando sono a tutti gli effetti illegali e perciò non bisogna portare a termine la transazione.
Cosa succede alle gomme usate
Quando ci si reca dal gommista per la sostituzione dei pneumatici, può essere richiesto di fornire la ricevuta di acquisto, che serve a certificare l’avvenuto pagamento del PFU. Questo è l’unico compito dell’automobilista, che non dovrà preoccuparsi di nient’altro. Il recupero e successivo smaltimento delle gomme, infatti, è a carico del gommista e dei consorzi: il primo si occuperà di segnalare al consorzio a cui è affiliato la presenza di coperture da ritirare, che verranno poi raccolte per essere smaltite, secondo un preciso procedimento. Quest’ultimo prevede la separazione delle parti in gomma dalle altre che compongono il pneumatico, in quanto è proprio il polverino di gomma l’elemento più prezioso che può essere impiegato successivamente in altri ambiti. E sono numerose le soluzioni a cui può essere destinato questo materiale, dall’insonorizzazione alla realizzazione di asfalto di nuova generazione, capace di garantire un’aderenza e una longevità molto maggiori.
Cosa deve evitare l’automobilista
Il percorso automobilista-gommista-consorzio è l’unico ammesso per lo smaltimento dei pneumatici, qualsiasi altra strada è da considerare al di fuori della legge. Per questo l’automobilista deve assolutamente evitare di liberarsi in autonomia delle vecchie gomme della sua auto, ad esempio abbandonandole in una discarica o affidandole a percorsi alternativi a quelli descritti. Si tratta di operazioni illegali e si è soggetti al pagamento di sanzioni che possono essere piuttosto salate. Può accadere che per ragioni di gestione o di spazi insufficienti – ma si tratta di un’eventualità abbastanza remota – il gommista possa negare il ritiro delle vecchie gomme, in questo caso dovrà essere l’automobilista ad occuparsi di consegnarle presso un’isola ecologica. Sempre e comunque dev’essere evitato l’abbandono sia in spazi aperti che chiusi, poiché i pneumatici contengono sostanze chimiche che necessitano di un trattamento specifico e che se rilasciate nell’ambiente possono essere molto inquinanti e pericolose pure per per la nostra salute.
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