Decurtazione punti patente per gomme auto sbagliate
Infrazioni al Codice della strada: è possibile evitare la decurtazione dei punti patente?
Alcune infrazioni comportano per gli automobilisti non solo il pagamento di una multa, ma anche la decurtazione dei punti sulla patente: questo fattore crea una notevole preoccupazione in chi ha assoluto bisogno di utilizzare un veicolo e potrebbe rischiare la sospensione della patente o l’obbligo di frequentare dei corsi di recupero. Esiste un modo legale per evitare tali conseguenze?
Quando un automobilista viola il Codice della strada, in genere il verbale gli viene contestato immediatamente, e il conducente del veicolo viene identificato nel luogo dell’infrazione: questo accade ad esempio quando si montano pneumatici non conformi (per saperne di più a riguardo è possibile consultare il sito gomme-auto.it, che spiega nel dettaglio quando un automobilista è a rischio sanzione a causa di gomme inadatte a circolare). Se però l’infrazione è stata rilevata tramite autovelox, la multa viene spedita al proprietario del veicolo insieme all’invito a riferire alle autorità il nome di chi ha effettivamente commesso l’infrazione. Quindi, il proprietario è tenuto entro 60 giorni dalla notifica del verbale a pagare la sanzione e a comunicare all’autorità che ha emesso la multa i dati anagrafici e della patente del responsabile dell’infrazione. Pertanto, sarà il conducente alla guida al momento della violazione del Codice stradale a subire la decurtazione dei punti dalla patente.
Il proprietario del veicolo è obbligato a comunicare i dati della persona al volante colpevole dell’infrazione?
Secondo una sentenza della Corte Costituzionale, il proprietario del veicolo può conservare l’anonimato del conducente del veicolo e omettere di comunicare i suoi dati, ma incorre in un’ulteriore sanzione economica. Questo principio è stato sancito dalla Corte Costituzionale ed è stato espresso in molte sentenze.
Di conseguenza, per evitare di perdere i punti sulla patente si possono omettere i dati del conducente, così facendo però si commette un’altra infrazione soggetta anch’essa a sanzione.
Per riassumere: quando viene notificata una multa, il proprietario del veicolo ha due possibilità:
1. pagare la multa relativa all’infrazione riscontrata e dichiarare i dati del conducente;
2. pagare la multa e non comunicare i dati: in questo caso subirà un’altra sanzione, ma non saranno decurtati i punti sulla patente né a lui né alla persona alla guida del veicolo.
La sentenza della Corte Costituzionale non va considerata come la legittimazione di un atto illecito, ma piuttosto come il riconoscimento di un diritto del conducente a conservare l’anonimato. L’automobilista eviterà di perdere i punti sulla patente in modo legale, ma pagherà un’ulteriore sanzione amministrativa (da 284 a 1333 euro).
Tale soluzione offerta al proprietario del veicolo è del tutto legittima, ma naturalmente favorisce chi ha maggiori possibilità economiche e può, di conseguenza, permettersi di pagare un’ulteriore somma di denaro oltre alla multa. Però lascia intatti i punti sulla patente, ed è particolarmente utile quando per diversi motivi (ad esempio il lavoro) si ha l’esigenza di dover utilizzare quotidianamente un veicolo e non si possono perdere i punti o frequentare i corsi di recupero. Perciò la Corte Costituzionale riconosce la possibilità di mantenere l’anonimato a patto di pagare la somma per omessa comunicazione dei dati del conducente.
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