Aquaplaning: come affrontare le strade bagnate in modo sicuro e ridurre il rischio di incidenti

gomme invernali su bagnato

L’aquaplaning è un fenomeno che può verificarsi nelle giornate di fine estate a causa di piogge intense e si rivela piuttosto pericoloso per gli automobilisti: sapere come affrontare le strade bagnate e in che modo impostare la frenata in caso di aquaplaning è perciò fondamentale per incrementare la sicurezza al volante e limitare il rischio di incidenti. Per poter gestire al meglio tale situazione, diventa essenziale conoscere questo fenomeno e come si innesca, ma soprattutto gli accorgimenti utili per evitarlo. Iniziamo col dire che l’aquaplaning si genera quando le strade sono allagate, dunque durante oppure immediatamente dopo un acquazzone, e lo strumento migliore per affrontarlo è la prudenza; limitando la velocità, infatti, si avranno maggiori possibilità di evitarlo e di mantenere il controllo del veicolo.

Aquaplaning: che cos’è e come si innesca?

Sul piano prettamente tecnico, l’aquaplaning consiste nello slittamento delle gomme sull’asfalto bagnato ed è causato dalla perdita di contatto fra il battistrada e il fondo stradale, per via dell’interposizione dell’acqua fra questi due elementi. Quando la pressione che l’acqua esercita sul pneumatico è superiore al peso del veicolo sulle ruote, si innesca questo fenomeno. Sebbene sia molto temuto, in realtà è causa di incidenti solo in rari casi: secondo le statistiche, l’aquaplaning provoca solamente lo 0,1% dei sinistri che si verificano sulle strade. Tutto ciò grazie in particolare all’evoluzione tecnologica nel settore gomme e alla maggior prudenza dei guidatori su asfalto bagnato, elemento decisivo per evitare di dover fare i conti con l’aquaplaning. Il primo fattore a innescarlo, infatti, è la velocità: più è alta, maggiori saranno le possibilità che si verifichi. Riuscire ad evitarlo, quindi, è piuttosto semplice con i giusti accorgimenti.

Quali conseguenze causa l’aquaplaning?

La prima conseguenza diretta dell’aquaplaning è la perdita di contatto fra la gomma e la superficie stradale, che può portare a perdere il controllo del veicolo. Tuttavia perché ciò avvenga è necessario che tutte e quattro le ruote non abbiano più contatto con l’asfalto e che questo si verifichi in simultanea: un’eventualità abbastanza rara. È assai improbabile perciò vedere sulle strade di tutti i giorni quello che accade talvolta nei circuiti automobilistici durante le gare con forte pioggia, ovvero vetture che piroettano su loro stesse senza che il pilota possa fare alcunché. Sulle normali strade questo non avviene in primis per le velocità molto inferiori e poi perché le gomme sono studiate per far fronte a tale fenomeno, dunque non sono semi-lisce come quelle che si utilizzano nelle corse di auto, pertanto è più semplice che riescano a mantenere il contatto con l’asfalto.

Come si affrontano le strade bagnate?

Affrontare le strade bagnate in maniera da evitare che si verifichi l’aquaplaning richiede alcuni accorgimenti. Il primo, come abbiamo già avuto modo di vedere, è moderare la velocità e limitare l’andatura, anche per una questione di migliore visibilità. Aumentare la distanza dalle vetture che precedono consentirà inoltre di avere spazio a sufficienza per una frenata in caso di aquaplaning sicura, con tutti i metri che servono per arrestare il veicolo scongiurando tamponamenti e incidenti. Si dovrebbe inoltre guidare cercando di guardare il più possibile lontano, in modo da individuare per tempo eventuali pozzanghere ed evitarle laddove possibile oppure per avere l’opportunità di rallentare ulteriormente e affrontarle in sicurezza a bassa velocità. Lo spessore del velo d’acqua che si interpone fra la strada e la ruota è infatti un altro elemento determinante nel provocare l’aquaplaning, ecco perché le pozzanghere vanno sempre evitate e se ciò non è possibile, affrontate con estrema cautela.

Ci sono altri accorgimenti utili per evitare l’aquaplaning?

Sì, ci sono altre azioni che un automobilista può compiere per incrementare la sicurezza al volante in caso di pioggia e ridurre il rischio di incidenti. Si tratta di accorgimenti preventivi affinché il veicolo possa garantire il massimo dell’efficienza pure in condizioni difficili. Fra tali azioni rientra innanzitutto il controllo della pressione di gonfiaggio dei pneumatici, al fine di assicurarsi che sia corretta secondo le indicazioni fornite nel libretto di circolazione. Ciò consente alle gomme di essere sempre perfettamente efficienti, consentendo alle scanalature sul battistrada di lavorare in modo adeguato e smaltire elevati volumi d’acqua. Gli esperti consigliano inoltre di disattivare il cruise control, così da poter gestire in autonomia l’andatura del veicolo e all’occorrenza rallentare se necessario, ad esempio in prossimità di una pozzanghera o di un tratto più o meno lungo di strada allagato.

Evitare sempre le manovre brusche

Questo consiglio è sempre valido quando ci si trova alle prese con superfici stradali in cui l’aderenza è precaria: evitare le manovre brusche riduce le possibilità di perdere il controllo del veicolo. Impostare con cautela una curva oppure le frenate, magari anticipandole lievemente, è dunque il modo migliore con cui affrontare la guida in tali condizioni. Ecco perché se si individua una pozzanghera o un allagamento sulla strada, non vanno evitati con una sterzata improvvisa, ma scansati con una manovra “dolce”, quando naturalmente questo è possibile. Se non lo è, non bisogna scansarli a tutti i costi ma affrontarli moderando la velocità perché così facendo è più semplice per i pneumatici mantenere il contatto con la superficie stradale. In caso di acquazzoni violenti e strade che diventano fiumi d’acqua, pure la cautela potrebbe non bastare: la soluzione migliore è accostare in sicurezza a lato della strada e attendere che passi la fase più intensa della precipitazione.

Quali sono le gomme migliori per affrontare l’aquaplaning?

L’aquaplaning è un fenomeno che si verifica in seguito a forti acquazzoni, dunque il periodo maggiormente coinvolto è quello estivo, oppure fra fine estate e inizio autunno. Di conseguenza, i pneumatici migliori per affrontare tale condizione sono quelli estivi, poiché possono garantire una resistenza più alta all’aquaplaning. Per quale ragione? Il disegno del battistrada è studiato appositamente per far fronte a questo fenomeno, con scanalature meno profonde in confronto a quelle che caratterizzano le coperture invernali e le all season ma più ampie, e in virtù di ciò assicurano uno smaltimento più efficiente dell’acqua. La disposizione degli intagli ha proprio come obiettivo incrementare l’efficienza in caso si debbano affrontare superfici stradali che presentano un consistente quantitativo d’acqua, così da limitare al minimo le possibilità che si inneschi l’aquaplaning e che le gomme possano perdere contatto con l’asfalto.

Controllare la superficie del pneumatico

Pure il miglior pneumatico estivo può far poco se il battistrada risulta eccessivamente consumato: ecco perché è necessario controllare con regolarità la profondità delle scanalature in modo da accertarsi che sia superiore al limite legale di 1,6 millimetri, e in particolare prima di partire per un viaggio. Intagli non sufficientemente profondi non sono in grado di smaltire correttamente l’acqua e quindi aumenta in maniera esponenziale il rischio di aquaplaning. Circolare con gomme dall’usura eccessiva espone a gravi pericoli e può bastare anche un sottile velo d’acqua sull’asfalto per portare alla perdita di controllo del veicolo, poiché il lavoro di espulsione dell’acqua del battistrada non sarà adeguato. Se perciò lo spessore delle scanalature delle gomme è vicino al limite di 1,6 millimetri, bisogna provvedere quanto prima alla loro sostituzione, così da evitare di ritrovarsi con pneumatici inefficienti in caso di strade allagate e incapaci di fronteggiare in maniera adeguata l’aquaplaning.

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