Il futuro di Pirelli verso la sostenibilità
Tra gli ultimi pneumatici lanciati sul mercato da Pirelli un ottimo riscontro, soprattutto da parte degli addetti al settore, è stato ottenuto dai “Green Performance”. Nati per assicurare una guida sicura dedicando un’attenzione particolare all’aspetto ecologico, queste gomme sembrano aver regalato ai vertici Pirelli importanti soddisfazioni anche dal punto di vista economico. Questo, almeno, è quanto emerso dall’ultimo rapporto presentato recentemente dalla stessa azienda; la vendita di questi pneumatici, infatti, costituisce attualmente quasi il 50% dei ricavi della stessa Pirelli. La strada adottata dalla multinazionale verso progetti maggiormente “eco”, e il desiderio di indirizzare gran parte degli sforzi all’equipaggiamento delle vetture elettriche di ultima generazione sembra pagare in termini di risultati.
Le prime gomme del marchio ad essere ottenute da processi esclusivamente sostenibili sono rappresentate dal Cinturato P7.
I dati del successo dei nuovi pneumatici
La crescita degli pneumatici Green Performance, come ricavi, è stata sorprendente. Se nel 2009 avevano un’incidenza sul fatturato in misura pari al 25%, 5 anni dopo sono arrivate al 46%, per giungere al 48% nell’ultimo anno. Proprio quest’ultima percentuale era stata fissata, in fase progettuale, con scadenza 2018; un anticipo sui tempi che conferma la bontà del progetto Pirelli. In base alle parole di Filippo Bettini, “Chief sustainability and risk governance officer”, a portare a tale risultato è stata, innanzitutto, l’attività svolta all’interno dei laboratori, ma un ruolo rilevante spetta anche agli investimenti. Basti pensare che, nel 2015, una quota pari al 3,4% dei ricavi totali (corrispondente a 215 milioni di euro), ha finito per essere destinata alle attività di ricerca e sviluppo. Una quota ancora maggiore (il 5,4%) ha avuto come obiettivo, invece, quello di favorire lo sviluppo di prodotti sostenibili.
Gli obiettivi di Pirelli per il futuro
Un’interessante analisi sull’impatto che gli pneumatici per auto hanno nei confronti dell’ambiente è stata presentata da Eleonora Giada Pessina, che riveste il ruolo di Group Sustainability Officer della Pirelli. Pessina ha indicato come la parte principale (ossia l’89,5%) dell’impatto, sia da far risalire all’utilizzo delle gomme; il 5,5% è connesso alle materie prime impiegate, il 2,6% alle fasi di produzione, il 2,2% alle operazioni di smaltimento e lo 0,2% alla logistica. Pertanto, gli studi di Pirelli sono rivolti principalmente a ricercare soluzioni che portino a ridurre la resistenza al rotolamento. L’obiettivo è quello di diminuire di un buon 40% tale parametro. Se a prima vista questo dato sembra essere lontano dalla realtà, la possibilità di fare ricorso a biomateriali quali nuovi polimeri, resine, oli naturali e filler, potrà renderlo realizzabile. Inoltre, le ultime tecnologie avrebbero il vantaggio di migliorare le performance degli pneumatici anche nel caso di basse temperature. A trarre beneficio dalle tecnologie adottate saranno anche tenuta di strada e durata nel tempo.
Il mercato elettrico e influenza sulla produzione di gomme
La riduzione della resistenza al rotolamento rappresenta un aspetto chiave anche quando si prende in considerazione la mobilità elettrica. Uno dei mercati di riferimento in questo ambito è il mercato cinese; nel 2015 questo Paese ha visto l’immatricolazione di 441 mila vetture. Il fatto che “ChemChina” sia entrata in Pirelli è un’altra indicazione della direzione intrapresa dall’azienda verso la sostenibilità. L’obiettivo di Pirelli è di divenire leader anche in questo segmento. Ad oggi, sono 20 le fabbriche dislocate in tutto il mondo (14 i Paesi interessati), capaci di fornire lavoro a 37.000 dipendenti. Leggendo i dati riportati sul piano di sostenibilità, che riassumono gli obiettivi fissati fino al 2020, emerge la volontà di diminuire gli indicatori ambientali rispetto a quanto riscontrato nel 2009. Questo significa un calo delle emissioni di CO2 pari al 15% e del consumo energetico. Si cercherà anche di ottenere un recupero dei rifiuti maggiore del 95% e di ridurre il prelievo d’acqua.
I progetti più interessanti di Pirelli per gli anni a venire
Per raggiungere quanto prefissato è diventa fondamentale la formazione del personale, quest’ultima affiancata da un programma di Welfare particolarmente efficace. Non a caso, l’ultimo triennio ha visto investimenti pari a 40 milioni di euro.
Un progetto iniziato da Pirelli già da qualche anno è quello che vede interessato il Brasile e, in particolare, la produzione della silice da lolla di riso. Pirelli ritiene che tale elemento possa rappresentare un’alternativa più rispettosa dell’ambiente rispetto alla gomma naturale. Attraverso la lolla di riso le emissioni verrebbero ridotte enormemente, potendo raggiungere anche il 90%.
Infine, merita di essere ricordato come Pirelli sia molto attiva anche nel campo delle energie rinnovabili. Negli Stati Uniti, l’azienda ha iniziato ad utilizzare il fotovoltaico, mentre a Settimo Torinese oggetto di studi è la cogenerazione a olio vegetale. Se in Messico si sfrutta l’eolico, in Brasile sono attive delle caldaie a biomassa.
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