Che cosa ci insegnano i dazi sui pneumatici USA
Uno dei cavalli di battaglia che ha portato Trump a vincere la corsa alle elezioni della presidenza degli Stati Uniti D’America è stato il suo slogan Americans First. Il messaggio che Trump con successo ha comunicato agli elettori statunitensi è che tutti problemi economici che affliggevano la loro nazione, dalla disoccupazione al costo delle materie prime, erano stati causati dal fallimento della politica economica di Obama che non era stata in grado di permettere all’industria Americana di conquistare nuovi mercati ma che invece aveva permesso ad altre potenze mondiali, in primis la Cina, di penetrare e conquistare con i loro prodotti il mercato statunitense.
La soluzione, promessa elettorale, che ha fatto presa immediata sugli elettori, fatta da Trump è stata quella che per tutelare gli interessi degli americani era necessario individuare quei paesi che non rispettavano i trattati sul commercio internazionale e tassare i loro prodotti. La Cina è stata subito individuata come il principale concorrente sleale per cui Trump ha proposto una tassazione del 45% per tutti i prodotti che questo paese esportava sul mercato statunitense.
La teoria del vuoto
Una legge che governa la fisica è quella che ogni qualvolta che si crea uno spazio vuoto questo nel tempo sarà nuovamente riempito e la storia ci insegna che questa regola si applica anche nel campo dell’economia. Nel caso della tassazione ai prodotti cinesi, il messaggio che Trump ha dato ai suoi elettori è che una volta che la tassazione sia attuata per i cinesi non sarà più conveniente esportare negli stati uniti e quindi i prodotti made in USA avrebbero riconquistato quella parte del mercato interno perso durante la precedente amministrazione.
Trump ha prospettato ai suoi elettori che i posti di lavoro svaniti nel nulla per la diminuzione della produzione sarebbero ritornati. Basandosi su dati e statistiche, invece, molti addetti ai lavori rimangono perplessi sulla veridicità di questo messaggio.
Una breve stagione
Il panorama economico degli ultimi decenni è cambiato e la globalizzazione ha facilitato gli scambi economici tra stati e ha anche permesso a nazioni che prima non potevano farlo di inserirsi più facilmente su nuovi mercati.
Un caso da prendere come esempio è ciò che avvenne nel 2009 quando l’amministrazione guidata da Obama impose un aumento di tasse da 25% a 35% per i pneumatici per automobili e piccoli veicoli commerciali che erano importati dalla Cina. La Casa Bianca, sotto la pressione dei sindacati, approvò un aumento della tassazione su pneumatici prodotti in Cina che in un primo tempo e per un periodo molto breve ebbe l’effetto di incrementare la penetrazione nel mercato dell’industria americana.
Fino agli inizi del 2010 l’industria americana riuscì a riconquistare quello spazio di mercato che le era stato preso dei suoi concorrenti cinesi, ma questo durò poco. Dopo un periodo di assestamento, paesi come la Corea del Sud, Tailandia e Indonesia riuscirono a raddoppiare la loro quota di esportazioni negli stati uniti e quel vuoto sul mercato creato dalla mancanza di prodotti provenienti dalla Cina fu si riempito, ma da nuovi paesi concorrenti.
Non sono solo tasse
Un altro caso emblematico è quello della produzione e vendita delle famose motociclette Harley Davidson agli inizi degli anni 80. Per combattere il declino della produzione e delle vendite delle moto americane che il successo di quelle prodotte in Giappone aveva provocato sul mercato Statunitense, gli Stati Uniti imposero nel 1983 per un periodo di cinque anni una tassazione del 45% sulle moto di cilindrata superiore ai 700 c.c. importate dal Giappone.
L’impennata che ebbero le vendite delle moto prodotte in USA fu a dir poco eccezionale, la manovra fiscale, secondo i politici aveva prodotto il risultato sperato, mentre per il Professor Irwin, docente di economia presso l’Università di Dartmouth, l’aumento delle vendite era dovuto all’acquisizione da parte dell’azienda di nuovi manager e alla crescita dal cambiamento, in positivo, di tutto lo scenario economico mondiale.
Ora e adesso
Trump ha puntato sull’aumento della tassazione sui prodotti importati dalla Cina, mentre gli economisti, uno fra tutti William Reinsch, un esperto di commercio allo Stimson Center di Washington, D.C., la scommessa può essere vinta solo riuscendo a trovare altri metodi per fermare l’importazione dei prodotti e guadagnare il mercato perduto.
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