Pneumatici runflat: cosa sono, come funzionano e quando conviene montarli

pneumatici runflat

Cosa sono i pneumatici runflat? Ormai anche gli automobilisti meno esperti saprebbero rispondere a questa domanda, dato che si tratta di una tecnologia disponibile da diversi decenni, che fece il suo debutto alla fine degli anni Ottanta. Non si possono definire delle gomme anti-foratura – poiché non sono in grado di impedire che la copertura venga bucata – però consentono di continuare la marcia in caso di foratura. In sostanza si può proseguire nella guida senza pressione all’interno dei pneumatici poiché il peso del veicolo è sostenuto dai fianchi delle gomme stesse. Entriamo maggiormente nel dettaglio riguardo ai pneumatici runflat, in modo da capire meglio come funzionano, i loro pregi e difetti e quando conviene montarli sulla propria auto.

Pneumatici runflat: come funzionano?

Il funzionamento dei pneumatici runflat è piuttosto intuitivo e lo abbiamo già accennato in precedenza: nell’eventualità di una foratura con conseguente perdita di aria interna, i fianchi rinforzati della gomma sorreggono il peso del veicolo, evitando che il pneumatico si appiattisca e impedisca di proseguire la marcia. In questo modo si può continuare a circolare, ma attenzione perché sono imposti dei limiti ben precisi: 80 km/h di velocità massima e non più di 80 chilometri di distanza percorsa. Le gomme runflat sono infatti una soluzione temporanea una volta bucate, utili a non rimanere fermi in seguito a una foratura e per raggiungere l’officina più vicina oppure quella di fiducia per provvedere alla sostituzione della copertura danneggiata. Una tecnologia che serve per evitare agli automobilisti di trovarsi in situazioni pericolose – ad esempio a lato di strade trafficate per il cambio gomma – e per fornire una sicurezza in più ai guidatori.

Come nascono i pneumatici runflat?

Il primo prototipo di gomma runflat risale addirittura agli Settanta, sebbene solo sul finire degli anni Ottanta è iniziata la produzione su larga scala del modello messo a punto da Bridgestone. L’idea originaria era quella di fornire gomme capaci di resistere alle forature agli automobilisti affetti da disabilità, che per ovvie ragioni non possono intervenire in autonomia per sostituire una copertura danneggiata. L’intuizione di pneumatici che possono continuare a circolare anche in caso di perdita d’aria interna ha avuto successo e la loro diffusione si è ampliata poiché garantiscono appunto una maggiore sicurezza in quanto permettono di evitare situazioni di potenziale pericolo – forature notturne in aree isolate, cambi gomme in strade trafficate o in autostrada, dove si viaggia a velocità elevate – e consentono di spostarsi con più tranquillità. A livello tecnologico il loro arrivo sul mercato è stato una sorta di “game-changer”, a cui tutti i produttori si sono adeguati.

Quali sono i pregi e i difetti dei pneumatici runflat?

I pregi li abbiamo sostanzialmente già elencati: con a bordo i pneumatici runflat non è necessario fermarsi per sostituire la gomma forata oppure chiamare l’assistenza, ma si può continuare a circolare e raggiungere la propria destinazione in sicurezza per poi provvedere in un secondo momento al cambio della copertura danneggiata. Inoltre consentono di guadagnare spazio nel bagagliaio, dato che non servirà avere una ruota o un ruotino di scorta. Fra i difetti, c’è il fatto che una volta danneggiati difficilmente possono essere riparati e si dovrà procedere alla sostituzione, quindi bisogna mettere in conto spese maggiori. Inoltre se il danno si verifica sul fianco, non sarà possibile proseguire nella marcia e si dovrà restare in attesa di soccorsi. Infine la maggior robustezza dei fianchi comporta una rigidità superiore della gomma e quindi a risentirne sarà il comfort: si tratta di un difetto senza dubbio secondario ma di cui non si può non tener conto.

Aspetto economico: altro elemento da non trascurare

Oltre a valutare i pregi e i difetti dei pneumatici runflat, bisogna anche considerare l’aspetto economico: il loro costo infatti è superiore a quello delle gomme auto “standard”, ciò significa che per l’acquisto è richiesto un esborso maggiore. E un tale investimento non è alla portata di tutti gli automobilisti, soprattutto alla luce dei rincari e degli aumenti recenti. Questo fattore ha un po’ raffreddato l’entusiasmo che si era generato attorno ai pneumatici runflat, una soluzione senza dubbio pratica e funzionale sebbene con dei limiti (quelli che abbiamo visto in precedenza). Le difficoltà di riparazione in caso di danni poi rischiano di far lievitare ulteriormente le spese, perché ci si troverà costretti ad acquistare un pneumatico nuovo. Insomma, puntare sulle gomme runflat richiede qualche ragionamento e dei calcoli in più dal punto di vista economico.

Come riconoscere i pneumatici runflat?

Nell’attesa dell’arrivo delle coperture prive di aria al loro interno, riconoscere un pneumatico runflat è piuttosto semplice: sul fianco, laddove sono riportate le informazioni relative alla gomma, il produttore specifica attraverso una sigla se quel prodotto è dotato di tecnologia runflat oppure no. La sigla cambia da un produttore di pneumatici a un altro, ciò significa che sul fianco è possibile trovare la dicitura RF oppure ROF (Run On Flat) o altre sigle come – questa è la scelta di Michelin – ZP e EMT; queste ultime due stanno rispettivamente per Zero Pressure (indicando la capacità della gomma di viaggiare con zero pressione) ed Extended Mobility Tyre (pneumatico a mobilità estesa), in entrambi i casi il concetto non cambia. In presenza di dubbi, è possibile leggere la scheda tecnica del pneumatico che si intende acquistare per capire se si tratta di prodotto runflat oppure no.

Quando conviene dotare l’auto di pneumatici runflat?

In linea generale chiunque può dotare la propria vettura di pneumatici runflat se l’obiettivo è quello di ridurre le problematiche in seguito a una foratura e non essere costretti a fermarsi per cambiare la copertura danneggiata o in attesa di soccorsi. Più nello specifico, queste gomme sono indicate per gli automobilisti con difficoltà motorie, che non possono intervenire per sostituire un eventuale pneumatico danneggiato; con tale tipologia di coperture è garantita loro una maggiore autonomia, possono infatti proseguire nella guida anche dopo una foratura e recarsi da un gommista che provvederà a effettuare gli interventi necessari. In questo caso la convenienza nell’averli a bordo è evidente, poiché si possono sfruttare appieno tutti i loro vantaggi, fra cui in particolare quello di poter continuare a circolare nonostante la perdita di pressione della gomma.

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