Esistono pneumatici impossibili da bucare?
Si trovano in commercio pneumatici impossibili da bucare? È una domanda ricorrente fra gli automobilisti, perché le forature sono un contrattempo piuttosto seccante, che comporta perdita di tempo per sostituire la gomma danneggiata e soprattutto di denaro, sia che la copertura si possa riparare, sia che debba essere rimpiazzata da una nuova. Anche per queste ragioni le aziende produttrici di gomme auto ormai da tempo investono risorse in ricerca e sviluppo per realizzare prodotti immuni alle forature e possiamo dire che i primi prototipi sono già stati presentati, sebbene non ancora circolanti sulle normali strade. A questi si affiancano soluzioni di altro tipo, con pneumatici non impossibili da bucare ma che offrono comunque una maggiore resistenza oppure la capacità di autoripararsi, se non altro per evitare all’automobilista di dover star fermo in attesa di soccorsi.
Uptis Michelin: il pneumatico impossibile da bucare
La rivoluzione, come spesso accade in questo settore, l’ha portata Michelin presentando nel 2019 un prodotto avveniristico: il pneumatico Uptis, senza aria al suo interno, e perciò impossibile da bucare. Nel corso del 2021 sono iniziati i test su strada, un passo avanti importante nello sviluppo della gomma anche se al momento non è possibile fornire informazioni certe circa il suo lancio ufficiale sul mercato. Ma come funziona il rivoluzionario Uptis? La sua caratteristica peculiare si può evincere già dal nome, che è l’acronimo di Unique Puncture-proof tyre system, ovvero una gomma a prova di foratura poiché non contiene aria al suo interno. Una soluzione hi-tech destinata a definire un nuovo standard nel settore gomme auto, senza più forature e senza nemmeno la necessità di controllare la pressione di gonfiaggio, perché appunto non vi sarà più aria all’interno della copertura.
- Come funziona il prototipo Uptis di Michelin?
Uptis di Michelin si presenta come una gomma “vuota”, infatti non contiene aria e a sorreggerla sono semplicemente i materiali di cui è composta (altamente resistenti) e il design con cui è realizzata, attraverso la stampa in 3D, studiato per garantire aderenza pur non adottando le soluzioni classiche che contraddistinguono gli attuali pneumatici. Al momento siamo davanti ad un prototipo che nel corso di quest’anno ha affrontato i primi test in strada, tuttavia appare chiaro che lo sviluppo tecnologico porterà sempre più a soluzioni di questo tipo, abbandonando le gomme auto come le abbiamo conosciute fino ad oggi. Secondo la road map tracciata da Michelin, entro il 2024 il suo Uptis dovrà diventare un dispositivo standard, utilizzabile su larga scala per le automobili di tutti i giorni. Per la sua realizzazione, è stata stretta una collaborazione con General Motors.
- Quanto costerà il pneumatico impossibile da bucare?
Al momento non è possibile fare previsioni, tuttavia Michelin punta a sostituire l’attuale generazione di pneumatici con questo modello rivoluzionario, per cui un suo impiego su larga scala presuppone un contenimento del costo finale. Infatti, sebbene i materiali adottati siano all’avanguardia e altamente tecnologici, sono anche riciclabili per cui al termine del ciclo vitale della gomma possono essere riutilizzati. Questo permette non solo una riduzione dei costi di lavorazione, ma anche un minor ricorso alle materie prime e in ultima analisi una diminuzione dei pneumatici giunti a fine vita da smaltire, per cui un prezioso vantaggio pure a livello ambientale. Sarà inoltre una copertura smart, dotata di sensori che ne monitoreranno il funzionamento e lo stato generale al fine di facilitare la manutenzione, che sarà comunque minore rispetto a quella che dobbiamo riservare alle attuali gomme auto.
- Come sono andati i test effettuati su Uptis?
I risultati dei primi test sul nuovo pneumatico Uptis sono stati decisamente incoraggianti, dato che le performance sono già paragonabili a quelle delle coperture ora in uso, ma con il vantaggio che non può essere forato ed è capace di garantire una longevità decisamente superiore. Non solo, sono già disponibili anche i primi video su questo rivoluzionario prodotto utilizzato sulle normali strade, quindi dovendo fare i conti con buche e soprattutto coi bordi dei marciapiedi. Il principale aspetto negativo emerso finora è che, almeno allo stato attuale delle cose, non è possibile sostituire il cerchio fornito in dotazione con il pneumatico, per cui si dovrà acquistare la ruota completa (gomma più cerchione, appunto) e sono azzerate le opzioni di personalizzazione. Un contro che però potrebbe essere superato in futuro, di pari passo con lo sviluppo della tecnologia alla base del pneumatico.
Quali sono le alternative?
In attesa del debutto sul mercato di Uptis, al momento non esistono pneumatici impossibili da bucare, per via della loro stessa conformazione, ma soltanto soluzioni in grado di “gestire” le forature, che sono più o meno inevitabili per gomme che contengono aria al loro interno. Si può puntare ad esempio su pneumatici rinforzati, in maniera particolare gli automobilisti che percorrono con una certa frequenza tratti off-road nei quali i rischi di foratura sono più frequenti, in cui i fianchi sono maggiormente robusti, ma la copertura nel suo insieme non può certo definirsi immune alle forature. Oppure si hanno a disposizione soluzioni “auto-riparanti”, capaci di sigillare un’eventuale foratura e pur non trattandosi di una riparazione definitiva, consentono di proseguire nella normale circolazione, tenendo però conto di limiti di distanza e velocità da osservare in maniera scrupolosa: sono gomme che presentano vantaggi e svantaggi e non per tutti gli automobilisti risultano la scelta più adatta.
Runflat e Seal Inside: come funzionano?
I pneumatici runflat sono quelli in grado di resistere alle forature: la perdita di pressione interna viene compensata dalla robustezza delle spalle della gomma che sorreggono il veicolo. Per tale ragione, è limitato a 80 il numero di chilometri che si possono percorrere con una foratura in atto – così come la velocità massima, 80 km/h – tuttavia sufficienti per raggiungere la propria officina di fiducia ed evitare di rimanere fermi a bordo strada aspettando i soccorsi. Diverso il funzionamento del sistema Seal Inside, brevettato da Pirelli, che in sostanza ripara la foratura dall’interno a seguito della penetrazione di un corpo estraneo nella gomma, grazie a uno strato di mastice sigillante collocato al di sotto del battistrada. Tale sistema svolge alla perfezione il proprio compito in caso di forature di dimensioni ridotte a pochi millimetri, ma nulla può su forature più ampie oppure su danni che colpiscono il fianco della gomma.
Il ruotino è la scelta più indicata
Le gomme runflat o con tecnologia Seal Inside sono sicuramente un valido supporto, ma non mettono del tutto al riparo l’automobilista in caso di forature. Ecco perché alla fine la soluzione più funzionale è rappresentata dal ruotino di scorta, che con una spesa contenuta – al contrario di prodotti tecnologicamente evoluti come i seal inside o i runflat, che richiedono un esborso importante – permette di avere un dispositivo che può essere sempre usato, e pure riutilizzato, nell’eventualità di una foratura, eliminando il rischio di dover rimanere fermi poiché il danno alla gomma è notevole e l’unica strada percorribile è la sua sostituzione. Con il ruotino si può star certi di poter riprendere la normale marcia, tenendo comunque presenti i limiti a cui pure questo strumento è soggetto: non oltre i 100 chilometri di percorrenza, 80 chilometri orari di velocità massima.
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