Eco-pneumatici: benefici per l’ambiente e le prestazioni
Il futuro non potrà che essere dei pneumatici ecologici, che già adesso rappresentano lo standard al quale puntano con sempre più convinzione i produttori di gomme auto. Le esigenze di tutela dell’ambiente sono diventate ormai imprescindibili, soprattutto alla luce del fatto che i pneumatici erano fino a poco tempo fa uno dei prodotti più inquinanti in assoluto e solo negli ultimi anni si è iniziato a lavorare per renderli meno impattanti, sia nell’ambito produttivo che nell’utilizzo vero e proprio. Ma cosa sono le gomme ecologiche e quali le caratteristiche che le rendono tali? Sono le coperture capaci di limitare i consumi di carburante e conseguentemente le emissioni di CO₂ nell’aria, per questo motivo sono definiti anche eco-pneumatici oppure gomme green, a sottolineare appunto la loro minor incidenza negativa sull’ambiente.
Eco-pneumatici: quali sono le caratteristiche?
I pneumatici ecologici sono innanzitutto caratterizzati dalla bassa resistenza al rotolamento, fattore essenziale per ridurre i consumi di carburante e le emissioni di anidride carbonica (di pari passo, naturalmente, con una corretta manutenzione delle gomme, che prevede in primis controlli regolari della pressione di gonfiaggio). Questa tipologia di gomme è in grado di garantire una riduzione della dispersione energetica in media del 20%, quindi sarà richiesta meno energia al motore per vincere la resistenza all’avanzamento, con un conseguente minor bisogno di carburante. I pneumatici cosiddetti eco-friendly utilizzano poi materiali alternativi rispetto alla gomma naturale, fino a non molti anni fa unico – o quasi – elemento con cui venivano realizzati: oggi infatti sono impiegati scarti di altre lavorazioni come plastiche, miscele di cereali, mais (al momento solo in fase di test, ma con risultati piuttosto promettenti), tarassaco e barbabietole che riducono l’impatto della fase produttiva e il consumo di materie prime, e risultano inoltre privi totalmente di petrolio ed elementi da esso derivati.
I nuovi standard fissati dalla normativa
I nuovi standard stabiliti dalle normative europee sono ancora più stringenti in termini di tutela dell’ambiente, e la regolamentazione denominata Euro 7 – in vigore a partire dal 2025 e 2026 – condurrà sempre di più all’utilizzo di materiali alternativi nella produzione di pneumatici, riducendo via via in misura crescente l’impiego di gomma sia naturale che sintetica, decisamente più inquinanti. L’impatto delle gomme auto non si limita solo alla fase di produzione, ma si estende anche a quella dello smaltimento una volta che i prodotti sono giunti al termine del loro ciclo vitale, un processo che nel caso delle coperture risulta laborioso e maggiormente costoso se si vuole recuperare la gomma residua per altri utilizzi successivi. Per tali ragioni i produttori stanno investendo importanti risorse nello sviluppo di materiali alternativi per la realizzazione di pneumatici, che possano essere meno inquinanti e con un minor impatto in termini economici.
Pneumatici ecologici: come riconoscerli?
Fra le informazioni riportate nell’etichetta europea che accompagna tutti i pneumatici commercializzati in Europa, c’è una voce che si riferisce ai consumi di carburante e può aiutarci a capire quanto una gomma sia ecologica. Il simbolo del distributore indica appunto l’efficienza della copertura: se appartiene alle classi A e B si tratta di un pneumatico che può vantare una bassa resistenza al rotolamento, perciò le sue emissioni saranno inferiori e in virtù di ciò lo si può considerare green. Il minor consumo di carburante si traduce anche in un vantaggio economico per l’automobilista, che con rifornimenti meno frequenti dal benzinaio potrà risparmiare per quel che concerne tale voce di spesa, una delle più importanti nel budget destinato alla gestione della vettura. E con l’incremento delle vendite delle auto elettriche, saranno necessari pneumatici con una resistenza al rotolamento ulteriormente ridotta, per poter consentire una maggiore autonomia alle batterie dei veicoli.
Cosa ci riserva il futuro?
La direzione è ormai chiara per tutti: le gomme auto dovranno essere sempre più sostenibili. Ecco perché Goodyear è già impegnata nella creazione di un pneumatico realizzato al 100% con materiali riciclati e di natura organica, fra cui gli scarti di riso e della plastica, da presentare sul mercato non oltre il 2030. Allo stato attuale entrerà a breve in produzione una copertura ideata con il 70% di materiali sostenibili, il primo passo verso un prodotto che non conterrà affatto gomma naturale oppure sintetica. Pure Michelin sta lavorando in tale direzione con un pneumatico airless, che quindi non avrà bisogno di essere gonfiato: ciò significa minor manutenzione e ciclo di vita decisamente più lungo rispetto alle attuali coperture. Queste soluzioni affiancheranno via via i già presenti pneumatici ricostruiti, validi dal punto di vista dei benefici per l’ambiente ma ancora distanti in termini di performance da quelli nuovi, almeno per quanto concerne i prodotti premium.
I pneumatici ricostruiti sono un’alternativa valida?
Se si pensa alla tutela dell’ambiente, già ora i pneumatici ricostruiti sono una valida alternativa: basti pensare che per la loro produzione vengono impiegati 5 litri di petrolio, contro i 20-25 necessari per realizzare una gomma nuova. Inoltre il loro processo produttivo permette di risparmiare il 70% di energia in confronto a quello messo in atto per realizzare un pneumatico nuovo, di impiegare l’80% in meno di materie prime e di ridurre fino al 37% le emissioni di CO₂. Gli sviluppi tecnologici hanno poi consentito alle gomme ricostruite di incrementare le proprie performance, che possono essere paragonate a quelle dei pneumatici nuovi di fascia economica. Ciò vuol dire che c’è un significativo gap in termini prestazionali in confronto alle gomme premium, di conseguenza le coperture ricostruite sono adatte a un range ben preciso di automobilisti, ovvero coloro che si muovono in prevalenza a bordo di utilitarie, in contesti cittadini, e percorrono un numero limitato di chilometri durante l’anno.
Quali sono i limiti delle gomme ricostruite?
Pur essendo totalmente affidabili, anche perché sono sottoposti agli stessi test sostenuti dalle gomme nuove, i pneumatici ricostruiti non sono un prodotto consigliato a chi fa un uso intensivo della vettura oppure a coloro che possiedono auto potenti e sportive, che hanno bisogno di gomme capaci di assecondare al meglio le loro caratteristiche e supportare la potenza che sono in grado di sprigionare. Questo compito può essere svolto appieno solo dalle coperture di fascia premium, ovvero il massimo che al momento offrono agli automobilisti i marchi di spicco del settore. Con il tempo è probabile che la tecnologia permetterà a questa tipologia di gomme di migliorare in maniera ulteriore, ma difficilmente la loro resa potrà avvicinarsi a quella delle coperture di fascia alta, su cui si concentrano le maggiori risorse da parte dei produttori in termini di ricerca e sviluppo, e tali risorse riguardano ovviamente anche i pneumatici ecologici che vedremo all’opera sia nel breve che nel lungo periodo.
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